7 Febbraio 2015
Il mercato del vino tra insidie e incertezze

Ristrutturare gli impianti, diversificare e aggregare la produzione – ovviamente investendo in qualità e tenendo bene in considerazione le tendenze di consumo – e ancora, continuare il pressing su cantine e istituzioni al fine di ripristinare la necessaria trasparenza all’interno di un settore, quello vitivinicolo, che negli ultimi anni è stato ‘inquinato’ da pratiche scorrette. Questa, in sintesi, la ricetta illustrata da Sergio Dagnino, Direttore Generale del colosso Caviro (32 cantine associate che raggruppano 11mila agricoltori producendo il 10% dell’uva italiana), per tentare di dribblare le insidie di un mercato del vino “che ogni anno che passa si mostra sempre più incerto e complesso”. Al comparto dell’uva e alla sua evoluzione era dedicata infatti la seconda serata di Visti da Vicino 2015, incontri di approfondimento con i protagonisti dell’agricoltura e dell’economia promossi da Giovani Impresa Coldiretti.

In un Teatro Binario di Cotignola tutto esaurito, Dagnino – dopo aver scattato una foto ‘senza veli’ ad un mercato del vino che vede l’Italia alle prese con una contrazione dei consumi interna solo parzialmente compensata dalla produzione venduta ed esportata all’estero, non si è sottratto ai quesiti postigli dal delegato dei giovani agricoltori Coldiretti Marco Gambi, risoluto nel chiarire “quanto sia strategico il settore vitivinicolo per la nostra provincia, prima in regione per superficie vitata, e per le nostre imprese, alle quali, anche in questi anni difficili per l’ortofrutta, l’uva ha sempre garantito reddito”. E così, mentre gli acquisti di vino nella grande distribuzione organizzata hanno fatto segnare per il terzo anno consecutivo un pesante segno meno (-6,5 nel 2013; -2,4 nel 2014) – “questo – ha spiegato Dagnino – per via sia di una modifica delle abitudini d’acquisto e alimentari, che per via di un’anomalia tutta italiana che vede le strutture della GDO proporre qualcosa come 19mila etichette, 12mila sopra i 4 euro”. Calate le vendite, crollato il margine, e tutta la filiera, inevitabilmente, ha iniziato ad arrancare.
E se non fosse abbastanza, ora i produttori locali devono fare i conti non solo con prezzi sempre più bassi, ma anche con la scarsa se non nulla trasparenza dei flussi di vino e mosti che arrivano dall’estero, in particolare dalla Spagna.
Come reagire, dunque, di fronte a queste insidie? “Innanzitutto puntando su reimpianti e ristrutturazione – ha detto Dagnino – magari sfruttando il bando che assegnerà 133 ettari a livello provinciale per l’ammodernamento aziendale e la diversificazione, poi pretendendo più ordine dentro le cantine, chiamate ad investire in qualità quanto gli agricoltori e, infine, lavorare di concerto con le istituzioni per ottenere una politica di sostegno ai prezzi e controlli più rigorosi”. Tutto questo, però, tenendo conto di ciò che il mercato – e quindi i consumatori – richiedono: innanzitutto vini in bottiglia, bianchi, profumati, morbidi e spumantizzati.
Chiusura affidata al Direttore Coldiretti Walter Luchetta che dopo aver ribadito “l’importanza del vino, coltura fondamentale nella nostra provincia, ha posto l’accento sul necessario cambio di marcia e mentalità richiesto ai produttori, chiamati a fare massa critica e a diversificare con intelligenza”.
Prossimo appuntamento con Visti da Vicino giovedì 12 febbraio presso la sede Coldiretti di Russi (ore 20.30): si parlerà delle prospettive dell’agricoltura biologica-organica.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Approfondisci

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi