Erano migliaia gli agricoltori che con i trattori sono scesi in piazza giovedì 28 aprile per difendere il Made in Italy sotto l’attacco di inganni, schifezze low cost e speculazioni avallate dall’Unione Europea che mettono a repentaglio la qualità italiana. L’iniziativa realizzata da Coldiretti dentro e fuori il Paladozza a Bologna, capoluogo dell’Emilia Romagna, regione con il primato italiano ed europeo della qualità per il maggior numero di prodotti a denominazione di origine riconosciute dall’Unione Europea. Dal Ravennate una nutrita pattuglia di agricoltori, oltre 700, affiancati da Sindaci e Assessori di tutti i 18 Comuni della provincia, ha denunciato le imitazioni enogastronomiche che minacciano le nostre produzioni di qualità svelando il primo Dossier Coldiretti, redatto insieme alla “task force” dei Carabinieri dei Nas all’estero e dedicato a “Cosa mangiano di italiano in Europa?”. Nel dossier troviamo, purtroppo, capisaldi della tradizione culinaria ravennate e regionale: dai Kapeleti sloveni al Parmezali rumeno, dalla Milaneza pasta portoghese, fino al “Carpaccio formaggio” olandese. Da segnalare, inoltre, che il furto delle nostre tradizioni gastronomiche riguarda anche le ricette delle nostre nonne, come il tiramisù che viene realizzato all’estero con la panna al posto del mascarpone. Ben due prodotti tricolori su tre venduti nei supermercati all’estero delle capitali dei principali Paesi Europei - da Londra a Berlino, da Bruxelles a Budapest, da Bucarest a Lubiana - non sono risultati avere alcunché a che fare con la realtà produttiva nazionale, questi prodotti quindi si rivelano veri e propri inganni nei confronti dei consumatori europei mediante l’uso di immagini, parole e tricolore che richiamano impropriamente alla qualità del Made in Italy. Nell’Unione Europea circolano anche oltre venti milioni di bottiglie di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose come Sangiovese, Chianti, Valpolicella, Barolo, Lambrusco o Montepulciano. Agricoltori in piazza, dunque, perché c’è bisogno di metterci la faccia e gridare forte ‘giù le mani dal Made in Italy’. Dalla lotta alla contraffazione e alla falsificazione dei prodotti alimentari italiani di qualità potrebbero infatti nascere trecentomila nuovi posti di lavoro. Con 8 miliardi di falsi prodotti agroalimentari che si rifanno all’enogastronomia regionale, l’Emilia Romagna ha il primato delle imitazioni a tavola del made in Italy, che nel mondo valgono 60 miliardi. Alla mobilitazione ha partecipato la Giunta Nazionale di Coldiretti, guidata dal presidente nazionale Roberto Moncalvo e dal vicepresidente nazionale e presidente di Coldiretti regionale Mauro Tonello. Alla manifestazione hanno partecipato rappresentanti del Governo nazionale, con il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti, del Governo regionale, con il presidente Stefano Bonaccini e l’eurodeputato Paolo De Castro. Bonaccini e De Castro all’incontro hanno sottoscritto anche l’impegno a sostenere in Emilia Romagna e in Europa l’etichettatura d’origine obbligatoria per tutti gli alimenti, a partire dal latte e i suoi derivati. “Dalla tutela delle ricette tipiche dipende molto del successo dei nostri prodotti Made in Italy, delle nostre eccellenze locali sui mercati internazionali”, commenta il Presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli - proprio per difendere questo patrimonio che tutto il mondo ci copia e invidia, dato che l’UE non sembra in grado di farlo - ci abbiamo messo la faccia portando con orgoglio al Paladozza la nostra agricoltura simbolo di qualità e genuinità. E’ stata l'occasione - ha concluso - per mostrare le grandi potenzialità che possono essere espresse dalle nostre imprese, ma anche per riflettere su innovazione e tutela della legalità, fattori indispensabili per dare traiettorie di futuro ad aziende sempre più condotte da giovani imprenditori che stanno scommettendo in un settore ritornato finalmente, dopo quasi quarant’anni, al centro di una attenzione di Governo e, quello che più conta, in un quadro di riscoperta e convinta consapevolezza delle potenzialità della nostra agricoltura in termini economici e sociali ad oggi espressi solo in parte”.
28 Aprile 2016
Tutela del Made in Italy: da Ravenna oltre 700 agricoltori al PalaDozza






