L’accordo di libero scambio con il Canada permetterà l’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato vietato in Italia e in pratica legalizzerà la pirateria agroalimentare contro la quale sia l’Europa che l’Italia stanno combattendo da anni investendo ingenti risorse. E’ l’allarme che Coldiretti Ravenna lancia - condividendo l’appello trasversale di rappresentanti del mondo sindacale, della società civile e delle realtà produttive - in merito all’impatto che il Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA), l’intesa sul commercio fra Europa e Canada oggetto in questi giorni di discussione e ratifica da parte Senato, avrà non solo per la cerealicoltura della provincia, ma anche per l’agroalimentare nazionale che tutto il mondo ci invidia e ci copia.
Numerose realtà della società civile, del mondo sindacale, produttivo e dell’ambientalismo - Coldiretti, CGIL, Legambiente, Adusbef, Movimento Consumatori, Federconsumatori, Fairwatch, Greenpeace, Slow Food, Arci e Acli Terra hanno incontrato il Presidente del Senato, Piero Grasso, per esprimere le diffuse preoccupazioni sugli impatti economici e sociali del CETA. È stata sottolineata la necessità di analizzare più a fondo i potenziali effetti del trattato sull’ordinamento democratico, l'uguaglianza di fronte alla legge, l’occupazione, il settore agricolo e agroalimentare, i diritti dei consumatori e dei lavoratori, il settore dei servizi, il principio di precauzione, la salute e l’ambiente. In particolare, si è evidenziata l'opportunità di attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale francese, alle prese con un ricorso firmato da 106 Parlamentari, sui possibili vizi di incostituzionalità dell’accordo, che potrebbe minare l’esercizio della sovranità nazionale, violare il principio di precauzione, l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici e il principio di uguaglianza davanti alla legge.
Il CETA, oltre a legalizzare la pirateria alimentare, dando il via libera alle imitazioni canadesi dei prodotti made in Italy, apre le porte al grano duro trattato con il glifosato, vietato in Italia e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero. L’accordo mette seriamente a rischio la qualità delle nostre produzioni di eccellenza dato che consente anche l’ingresso in Unione europea di prodotti da Usa e Messico attraverso il Canada, di fatto bypassando l’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e saltando i severi controlli Comunitari, il tutto mentre la legislazione canadese ammette l’utilizzo di prodotti chimici vietati in Europa. “E’ fondamentale, dunque – conclude Pederzoli - una valutazione ben ponderata e approfondita dell’argomento, soprattutto in considerazione della mancanza di reciprocità tra i modelli produttivi Ue e quelli del Canada. La nostra Organizzazione, quindi, continuerà a impegnarsi per far sì che tutte le battaglie portate avanti a favore della qualità e della sicurezza alimentare non vengano vanificate, assecondando soltanto gli interessi delle multinazionali, delle solite lobby e degli industriali”.
23 Giugno 2017
“Troppe ombre e criticità nell’accordo CETA”






