Una serie di proposte concrete per valorizzare a pieno l’agricoltura di collina e prevedere un ritorno reddituale finalmente consistente per imprenditori agricoli che non solo rivestono, appunto, il ruolo di imprenditori ma svolgono anche le funzioni di custodi dell’ambiente e di un territorio – quello collinare – che è patrimonio di tutti. Tali proposte, targate Coldiretti, sono emerse questa mattina nell’ambito degli Stati Generali dell’Agricoltura collinare convocati dall’Associazione di rappresentanza a Villa Corte di Brisighella.
Ad aprire la conferenza, cui hanno preso parte oltre 150 agricoltori, il Direttore Coldiretti Ravenna Antonio Sangiorgi che ha inquadrato da subito l’obiettivo della giornata – “un obiettivo – ha affermato Sangiorgi – che emerge chiaro fin dal titolo dell’evento, ‘la collina è un valore aggiunto e non una pianura mancata’, infatti siamo qui per analizzare la situazione ed il potenziale di una realtà produttiva che possiede peculiarità a nostro avviso uniche e da valorizzare meglio e al meglio”.
La parola è passata poi al Presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli che ha posto l’accento sui numeri “in controtendenza” della collina ravennate, dove a fronte di un calo del 50.8% di imprese agricole registrato negli ultimi 20 anni in regione, l’emorragia si è arrestata al 34% e, ancora, dove – mentre la superficie coltivata a frutteto in provincia diminuiva del 12.7%, in collina aumentava del 19.6%.
“Numeri – ha sottolineato Pederzoli – che evidenziano chiaramente quanto la collina sia territorio ricco di potenzialità sinora solo in parte espresse, anche a causa di una politica di valorizzazione poco chiara, ma anche di criticità, che proprio la politica deve aiutarci a superare”.
Pederzoli si è poi soffermato sul presente della collina: “Nonostante le condizioni difficili – anche per via di una congiuntura economica sfavorevole e oggi quanto mai appesantita dalla pressione fiscale – la presenza degli agricoltori in collina non è crollata”. Le oltre 1000 imprese attive chiedono alle istituzioni di assicurare loro una continuità nel tempo, “richiesta – ha ribadito Pederzoli – che deve essere affrontata in fretta, a partire dalla programmazione del Psr 2014-2020, programmazione che, se vorrà garantire un futuro alla collina dovrà tenere conto del potenziale reale di questi territori”.
Entrando nello specifico il Presidente Coldiretti ha trattato il tema acqua – “in collina – ha detto – servono altri invasi e non norme cervellotiche che ne limitino la realizzazione”, quello della caccia – “occorre affrontare il problema del lupo che qui fa danni enormi e passare al più presto ad un sistema di gestione di fauna e attività venatoria di tipo europeo”, di energie rinnovabili – “una micro generazione diffusa può essere una strada per mantenere le nostre imprese”, del nodo del Parco della Vena dei Gessi – “serve una revisione dei confini da attuare ascoltando di più i bisogni degli agricoltori, di chi tutti i giorni lavora per tenere vivo il territorio e produrre reddito”.
Mentre il sindaco di Brisighella Davide Missiroli ha ribadito quanto sia fondamentale il ruolo dell’agricoltore di collina – intervento cui sono seguite alcune testimonianze di imprenditori agricoli locali - il presidente della Provincia Claudio Casadio ha dapprima inquadrato il Psr, “strumento con il quale si dovrà costruire il contesto giusto per superare la crisi” poi si è soffermato su alcune azioni – “una promozione dei prodotti più mirata e meno dispersiva e il recupero del rapporto positivo con chi vive nel Parco della Vena dei Gessi” – da attuare nel più breve tempo possibile.
Da ultimo, prima delle conclusioni di Pederzoli, l’assessore regionale Tiberio Rabboni ha assicurato, per quanto riguarda il futuro Psr, il massimo impegno da parte della Regione al fine di garantire alla collina quelle risorse necessarie a superare gli ostacoli che ne impediscono la completa valorizzazione. Come pure ha assicurato l’impegno della Regione per i laghetti interaziendali, per la lotta alla vespa cinese del castagno ed infine la disponibilità a prendere in esame il problema del riequilibrio della selvaggina nei territori collinari definendo “prelievi” tali da garantirne la compatibilità con le coltivazioni in atto.
Chiusura affidata al Presidente Pederzoli che si è appellato alle istituzioni locali affinché rispettino gli impegni presi – “prima tagliando la burocrazia in eccesso poi intervenendo sulle varie filiere in modo che la ‘distintività’ delle produzioni di collina, uniche per valori e qualità, venga effettivamente riconosciuta e pagata all’agricoltore.
Oltre ad accettare in diretta l’apertura fatta dall’Assessore Rabboni circa l’organizzazione di un evento finalizzato a definire una volta per tutte il carico di selvaggina possibile e compatibile con l’agricoltura locale.
Altrimenti – ha concluso il Presidente – la collina non sopravviverà a lungo”.
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