8 Luglio 2021
#BASTACINGHIALI: FLASH MOB IN REGIONE CON AGRICOLTORI, CITTADINI E SINDACI DEL RAVENNATE

Sono migliaia gli agricoltori scesi in piazza nella mattinata di giovedì 8 luglio contro l’invasione dei cinghiali in tutti i capoluoghi di Regione a partire dalla Capitale in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento per chiedere di fermare una calamità che distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali nelle campagne, ma anche all’interno dei centri urbani con pericoli concreti per gli agricoltori ed i cittadini. 

Da Ravenna una numerosa di delegazione di agricoltori, guidati dal Presidente provinciale Coldiretti Nicola Dalmonte e dal Direttore Assuero Zampini e affiancati dal Consigliere Delegato della Provincia di Ravenna Alessandro Barattoni, dal Sindaco di Casola Valsenio Giorgio Sagrini in rappresentanza dell'Unione della Romagna Faentina e da diversi consiglieri regionali locali, si è unita al presidio e flash mob battezzato “Città e campagna unite contro i cinghiali” e che in Emilia-Romagna si è svolto sotto la Terza Torre della Regione, sede dell'Assessorato all'Agricoltura alla presenza del Presidente regionale di Coldiretti Nicola Bertinelli. 

Qui oltre 300 agricoltori, molti dei quali under 30, hanno esposto le sagome di un branco di cinghiali a grandezza naturale per dimostrare concretamente cosa significa trovarseli di fronte in strada, nei campi o davanti alla propria abitazione. 

Per esprimere tutta l’amarezza di aver visto distruggere in pochi minuti il lavoro di un anno, i giovani agricoltori hanno mostrato cartelli con i danni provocati ai raccolti dal passaggio dei cinghiali, ma anche striscioni che recitavano questi slogan: “Dopo il COVID la peste dei cinghiali”, “Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”, “Difendiamo il nostro territorio”, “Diventeremo noi una specie protetta”. 

Il cinghiale – ha affermato dal palco il Presidente Dalmonte - rappresenta un limite allo sviluppo dell’agricoltura e pur avendo constatato sul nostro territorio l’impegno dell’A.T.C. della montagna nel cercare di ridurre la diffusione di questo animale, a Ravenna ci troviamo in una situazione particolare collegata alla mancanza del Piano di controllo sul cinghiale e di conseguenza della possibilità di autodifesa da parte degli agricoltori. Questa situazione, che ormai perdura da anni, vanifica gli sforzi messi in atto per il contenimento dei selvatici e rende impossibili interventi mirati negli ambiti protetti che di fatto stanno fungendo da zone in cui il cinghiale può moltiplicarsi tranquillamente irradiandosi poi sul territorio, abbiamo infatti rilevato la presenza di cinghiali anche in Bassa Romagna, con danni evidenti alle produzioni agricole. Negli ultimi anni, peraltro, si stanno moltiplicando, oltre ai problemi per gli agricoltori anche gli incidenti stradali, a Ravenna se ne contano già una quarantina e ciò dimostra che il problema non è tale solo per il settore agricolo, bensì per tutti i cittadini. 

E' dunque indispensabile – ha concluso Dalmonte – anche al fine di tutelare i castanicoltori locali che con la loro attività contribuiscono alla difesa del territorio e che in caso di danni da cinghiale non vengono pagati perché si contesta assurdamente la 'mancata prevenzione' (ma come può essere possibile recintare ampi castagneti con dislivelli molto importanti qualcuno ce lo deve spiegare!), modificare o eliminare dal piano faunistico questa norma e attivare il piano di controllo al cinghiale per la Provincia di Ravenna”.

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