20 Marzo 2015
EMBARGO RUSSIA

Sale a 57,9 milioni il conto pagato dall’agroalimentare italiano a causa dell’embargo russo, scattato il 7 agosto scorso con il blocco delle importazioni dall’Ue e da una serie di altri paesi (Usa, Canada, Australia, Norvegia) di vari prodotti agro-alimentari tra cui ortofrutticoli, prodotti lattiero caseari, zootecnici.
Dall’elaborazione dei dati attualmente disponibili, emerge come, a dicembre 2014, l’Italia sia passata da oltre 7,4 milioni di euro di esportazioni dello stesso periodo del 2013 a 249.152 euro, ovviamente per i prodotti interessati dall’embargo (alcuni codici doganali sono interessati solo parzialmente dall’embargo). In particolare le perdite maggiori a dicembre sarebbero risultate per l’uva da tavola (oltre 1,9 milioni di euro), per mele e pere (oltre 1,7 milioni di euro).
Nel complesso, tra agosto e dicembre, le esportazioni italiane sono calate di oltre 57,9 milioni di euro, di cui 25,7 milioni di euro di prodotti ortofrutticoli, 17,5 milioni di euro di latticini, 14 milioni di euro di carne e prodotti a base di carne.
Ovviamente quelli riportati sono solamente i danni diretti, che non tengono conto del calo dei prezzi e degli scambi sui mercati di tutta l’Ue e non solo, in conseguenza dell’applicazione dell’embargo. Risulta evidente il danno a carico delle imprese italiane e come le misure messe in essere dall’Unione continuino ad essere assolutamente inadeguate.
Solo l’Emilia Romagna nel quarto trimestre del 2014 ha perso circa 120 milioni di euro. Nonostante il periodo favorevole per le esportazioni agroalimentari che, rispetto allo stesso periodo del 2013, ha visto crescere del 4,9 per cento i prodotti dell’agricoltura e della pesca e dell’1,1 per cento i prodotti alimentari e le bevande, l’export verso la Russia dalla nostra Regione negli ultimi tre mesi del 2014 è crollato del 24,4 per cento. L’embargo ha colpito l’agroalimentare dell’Emilia Romagna proprio alla fine dell’estate, in un momento di immissione sul mercato di frutta fresca, dalle pere alle mele, dalle pesche agli ortaggi. A tali perdite secche vanno aggiunti i danni indiretti, che hanno determinato la diffusione sul mercato russo di imitazioni low cost dei prodotti italiani, che rischiano di distruggere l’immagine dei prodotti originali in particolare il Parmigiano Reggiano, i salumi e i vini dell’Emilia Romagna.

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