Cresce l’appeal del Made in Italy alimentare nel mondo grazie alla spinta dell’eccezionale ‘vetrina’ rappresentata dall’Expo. Il 2015 ha infatti fatto segnare il record storico delle esportazioni e la ripresa dei consumo interni, con il fatturato dell’agroalimentare italiano volato a 135 miliardi di euro. A questa tendenza positiva, nel loro piccolo, contribuiscono anche le eccellenze agroalimentari della nostra provincia, frutto del duro e appassionato lavoro dei nostri agricoltori, il cui protagonismo sul palcoscenico globale – fortemente voluto da Coldiretti - si è rivelato elemento chiave per il successo di Expo. Dall’olio extravergine di oliva di Brisighella, ai vini autoctoni del Ravennate, passando per la carne di bovina romagnola allevata sulle colline faentine fino alla buona e genuina frutta del territorio: è questo il tesoro di qualità che, partito dalla nostra provincia, si è conquistato meritatamente il palato e gli applausi delle migliaia di visitatori dell’Esposizione milanese. La visibilità ottenuta ad Expo, oltre a fare da traino a tutto il sistema dell’agroalimentare italiano, ha garantito anche alle nostre eccellenze importanti ricadute commerciali, con un interesse crescente in questo inizio 2016, anche all’estero, per prodotti come il Brisighello e i vini autoctoni del Ravennate. Il boom del Made in Italy è stato analizzato da Coldiretti nell’ambito dell’indagine presentata in occasione della firma del protocollo d'intesa “Diamo credito all'agroalimentare italiano” tra il ministero delle Politiche Agricole e Forestali e Intesa San Paolo alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’agroalimentare è il secondo comparto manifatturiero Made in Italy che svolge però - sottolinea Coldiretti - un effetto traino unico sull’intera economia per l’impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità.
Non si è mai consumato così tanto Made in Italy alimentare nel mondo dove nel corso del 2015 è stato raggiunto il record storico delle esportazioni pari a circa 36 miliardi di euro (+7%). La fame d’Italia all’estero si è fatta sentire con aumenti che vanno dall’11% per l’ortofrutta al 10 % per l’olio di oliva dal +9% per la pasta al +6% per il vino che ha realizzato il record storico con un preconsuntivo annuale di 5,4 miliardi di fatturato realizzati oltre i confini nazionali, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi ai primi 10 mesi del 2015.
Un andamento certamente favorito dalle condizioni economiche positive dovute alla ripresa internazionale e ai tassi di cambio favorevoli su mercati importanti come quello statunitense ma che è la conferma delle grandi opportunità presenti. “Abbiamo saputo cogliere l’opportunità di Expo per raccontare al mondo il nostro modello agroalimentare e i suoi valori unici – afferma il presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – un modello caratterizzato dal maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp, dalla leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, dalla più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero, ma anche dalla minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma”.
La svolta si è fatta sentire anche all’interno dei confini nazionali dove è tornata la dieta mediterranea con un aumento che va dal 4% negli acquisti di frutta al 17% per quelli di olio di oliva ma cresce anche la spesa anche per il pesce (+5%), per gli ortaggi freschi e per la pasta secca (+1%), in netta controtendenza rispetto agli anni della crisi dove si era registrato un drastico crollo. I consumi alimentari degli italiani nel 2015 dopo sette anni di calo tornano a salire debolmente dello 0,3% ma con un deciso orientamento a privilegiare cibi salutari per una maggiore consapevolezza dello stretto rapporto tra alimentazione e benessere, secondo elaborazioni su base dei dati Ismea relativi ai primi nove mesi del 2015.
Una domanda di qualità e distintività che - precisa la Coldiretti - potrà essere sostenuta sul piano produttivo anche dagli importanti investimenti realizzabili da quest’anno grazie all’approvazione da parte della Commissione Europea di tutti i Piani di sviluppo rurale presentati dall’Italia che rendono disponibili un volano economico di quasi 21 miliardi di Euro fino al 2020 per le campagne con interventi regionali per l’insediamento dei giovani, l’ammodernamento delle imprese o il sostegno delle filiere corte. Un impegno per il quale la Coldiretti ha mobilitato tutte le strutture territoriali anche per un più facile accesso al credito con Creditagri Italia, la “finanziaria degli agricoltori italiani” promossa dalla Coldiretti che offre servizi creditizi e tecnico finanziari a beneficio di oltre un milione di imprese agricole, agroalimentari, cooperative e società agroindustriali, presieduta dal giudice emerito della Corte Costituzionale Professor Sabino Cassese.






