“Il pressing della nostra associazione ha fatto sì che l'assurdo Decreto sull’IMU “montana”, assurdo perché vuole introdurre l’irragionevole e illogico criterio ‘dell’altitudine’ per la delimitazione e definizione dei terreni soggetti a tassazione, venisse per ora ‘congelato’ dal Governo. Così il Presidente Coldiretti Ravenna, Massimiliano Pederzoli, commenta il ritiro da parte del Consiglio dei Ministri del decreto che fissava al 16 dicembre prossimo il pagamento dell’IMU agricola. “Ma ora – afferma Pederzoli – dato che il provvedimento è stato solamente rinviato, occorre tenere alta la guardia perché se è vero che è giusto pagare è altrettanto vero che lo Stato centrale non può fissare criteri che vanno a pesare fortemente su aree già disagiate, come quelle di collina e montagna”. Pederzoli, dunque, auspica una profonda revisione dei criteri di esenzione: “Il Ministero delle Finanza ha giustamente confermato la scelta di differenziare l’imposta a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoltori professionali, ora però – è l’appello del presidente Coldiretti – si rivedano una volta per tutte i criteri applicativi dell’IMU e in particolare l’assurdità della ‘tassa sull’altitudine’", tassa che sarebbe una ulteriore mazzata per le imprese agricole di collina e montagna. Dai dati dell’Istat, infatti, risulta che in venti anni sono scomparse circa 36mila aziende agricole che operavano nelle zone disagiate dell’Emilia-Romagna. “Far pagare l’Imu sui terreni in base all’altitudine in cui si trova il palazzo comunale – afferma il Pederzoli – andrebbe ad introdurre una inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario”.
Secondo elaborazioni di Coldiretti un’azienda di un imprenditore coltivatore diretto con una media di dieci ettari, con colture di seminativi, frutteti, vigneti e bosco, nelle zone collinari, con i criteri inizialmente pensati dal Governo, si sarebbe trovato a pagare mediamente una Imu di 1.500 euro all’anno.
“Un aggravio di costi insostenibile e per di più fonte di storture inaccettabili – afferma Pederzoli - l’applicazione del sistema altimetrico prevede che a pagare siano le aziende il cui palazzo comunale si trova sotto i 280 metri, anche se i terreni sono ad altezze superiori. Molti Comuni si trovano nel fondo valle e i terreni sono ad altitudini maggiori e finiranno con il dover pagare l’Imu, mentre il loro vicino è magari esentato perché la casa del Comune si trova ad altezza superiore. Una tassa con questi parametri non farebbe che aumentare la fuga dalle colline. Per questo, a partire dalle prossime settimane – conclude il presidente – al fine di evitare di trovarci alle prese con un gennaio all’insegna di “bizzarri criteri d’esenzione e balzelli pazzi”, vigileremo sugli impegni assunti in Parlamento dal Governo attraverso il Sottosegretario all’Economia, Paolo Baretta”.
5 Dicembre 2014
Imu: Governo ‘congela’ tassa su altitudine






