20 Agosto 2010
Prezzi ortofrutta, dai centesimi agli euro

Dopo un inizio di stagione 2010 caratterizzato da prezzi discreti (che coprivano i costi di produzione) per i produttori di pesche e nettarine, assieme ai nuvoloni e le piogge di ferragosto sono arrivati anche i ribassi di prezzo. Con una scientifica puntualità - alla prima occasione utile - gli operatori della troppo lunga, complessa e costosa “filiera dell’ortofrutta” hanno ritenuto che il momento giusto per fare crollare le quotazioni agricole delle pesche fosse arrivato.

“Anche quest’anno, il solito giochino di tartassare solo i frutticoltori, mentre al consumo nulla cambia, anche se con un po’ di ritardo rispetto agli ultimi anni, è stato realizzato - è il duro commento di Massimiliano Pederzoli, presidente di Coldiretti Ravenna – portando come nel 2009, negli ultimi giorni, i prezzi proposti agli agricoltori per le pesche e le nettarine a poche decine di centesimi, decisamente sotto i costi di produzione, mentre i consumatori continuano a pagare come prima in euro”.

In poche parole quello che sta avvenendo, senza che nessuno o pochissimi lo sappiano, è che il “capriccioso” mercato della frutta fresca, certamente non “governato” dagli agricoltori, permette a molti operatori della filiera, libertà di manovra tali da inginocchiare l’anello più debole, cioè quello della produzione che di fatto si trova obbligato a raccogliere i frutti che ogni giorno arrivano a maturazione.

“Per non parlare poi - rincara la dose il direttore di Coldiretti, Antonio Sangiorgi – della vera e propria beffa che, proprio in questi giorni di crollo dei prezzi in campagna, viene perpetrata ai danni dei frutticoltori quando in alcune rinomate località della Riviera Romagnola si trovano le pesche vendute a 7.90 euro al chilogrammo in buona compagnia di albicocche, susine, uva da tavola, con un  aumento del prezzo finale al consumo (rispetto al prezzo agricolo) di 20-25 volte. Una filiera che permette tutto ciò, va profondamente ripensata e gli operatori che speculano in questa misura vanno espulsi dal sistema”.

Coldiretti, da sempre impegnata nella tutela degli interessi degli agricoltori ma anche dei consumatori da comportamenti così anomali  per il settore dell’ortofrutta come quelli denunciati, ritiene sia giunto il momento di porre fine alle chiacchiere inconcludenti, per passare, prima che sia troppo tardi, ad una nuova fase in cui si definiscano “regole giuste” dentro la filiera e si mettano in atto “controlli efficaci”.

“Coldiretti è già all'opera da tempo per cambiare questo andazzo - conclude il Presidente Pederzoli – ed è disponibile a lavorare con tutti i soggetti che realmente vorranno impegnarsi per rendere possibile tale cambiamento. Perché un settore importante come quello dell’ortofrutta non può pensare di avere un futuro se non è in grado di impedire che al proprio interno coesistano la “cuccagna” e la “miseria”.

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