4 Giugno 2010
QUI DA NOI: SI VENDE DI TUTTO!

I problemi veri degli agricoltori Romagnoli, cioè quelli importanti ed in grado di fare la differenza, non sono di natura agronomica bensì di ordine commerciale perché dentro la cosiddetta “filiera”, cioè dall’azienda agricola fino al consumatore, succede di tutto.

“La prova che bisogna mettere mano ad una profonda revisione delle regole e dei meccanismi della filiera ortofrutticola – esordisce Massimiliano Pederzoli Presidente di Coldiretti Ravenna – sta nel fatto che in Regione Emilia Romagna la superficie complessiva dedicata  a frutteti negli ultimi 15 anni è diminuita del 17% (passando dagli 89.000 Ha del 1995 ai 74.000 del 2009) con punte del 21,3% per le pesche e nettarine, del 30% per le mele, del 15,1% per le pere”.

La Filiera  ortofrutticola, in poche parole, riconosce i costi di tutti, tranne quelli degli agricoltori. Nel 2009 ad esempio le pesche e le nettarine sono state pagate ai frutticoltori  20 – 30 cent/kg,  la GDO mediamente le ha acquistate dai commercianti e dalle cooperative ad 80 – 90 cent/kg, ed il consumatore le ha pagate 2 – 3 euro il chilogrammo; formalmente nulla da dire, peccato però che agli agricoltori produrre un chilogrammo di pesche costi tra i 40 ed i 50 centesimi, cioè il doppio di quanto hanno percepito.

“Il perché dell’entrata in campo di Coldiretti – ha rimarcato con forza Pederzoli – sta nel fatto che, proprio in questi giorni presso la Grande Distribuzione Organizzata oltre a mettere in vendita frutta e ortaggi provenienti da tutte le parti del mondo ha già lanciato campagne promozionali sulle pesche a prezzi stracciati”.

Tenuto conto che la produzione nostrana di pesche arriverà solo tra 20 25 giorni, tali campagne costituiscono una vera e propria azione di “macelleria sui prezzi” ed un modo per compromettere la prossima campagna che ancora deve arrivare.

“Come se tutto ciò non bastasse – conclude Pederzoli – alla Grande Distribuzione Organizzata, ultimamente si sono aggiunte anche altre catene (addirittura gestite da alcune organizzazioni di cooperative ortofrutticole) che a parole promuovono il vero made in Italy e la filiera corta, ma in pratica fanno come tutti gli altri, cioè pesche dall’Egitto, dagli Stati Uniti e dalla Spagna, pere dall’Uruguay e dall’Argentina, pomodori dall’Olanda, patate dalla Francia, aglio ed insalate dalla Spagna”.

Alla luce di tutto ciò, Coldiretti, per tutelare i propri associati, ma anche per fornire una corretta informazione ai consumatori ha già messo in campo alcuni “gruppi di agricoltori” che per tutta l’estate, periodicamente, vigileranno presso le principali strutture di vendita per rilevare qualità / provenienza / prezzi dell’ortofrutta.

Tutto ciò per svolgere una funzione, oltre che di tutela degli interessi degli agricoltori, anche di costruttiva prevenzione, affinchè certi comportamenti non abbiano a crescere ma siano velocemente superati e prontamente rimossi nell’interesse di noi frutticoltori.

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