Proprio mentre la Camera approvava all’unanimità la proposta di legge contenente “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare”, esprimendo, dunque, la consapevolezza delle potenzialità che ha oggi l’agricoltura e l’agroalimentare italiano, non a caso fulcro dell’Expo 2015, Coldiretti ed Eurispes - in collaborazione con l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, hanno presentato a Roma il 3° Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia. Dallo stesso emerge come, in controtendenza alla fase di recessione dell’economia italiana vola il business dell’agromafia che, con un aumento del 10 per cento, ha raggiunto nel 2014 i 15,4 miliardi di euro. Tra i prodotti nel mirino delle agromafie troviamo anche numerose eccellenze della nostra regione, in primis Parmigiano Reggiano, pomodoro, vino, prodotti soggetti - come altre centinaia di tipicità italiane - a complessi meccanismi di alterazione, sofisticazione e contraffazione. Secondo il rapporto la categoria più contraffatta è rappresentata proprio dai formaggi Dop, tra cui il Parmigiano Reggiano che si ritrova nel mirino di prodotti d’imitazione, come il Parmesan o il Parmesao, prodotti oltre Atlantico. Per alcuni prodotti i kit per produrre falsi e tarocchi sono stati realizzati proprio in Italia. È il caso dei “wine kit”, scoperti nell’agosto del 2014 a Reggio Emilia e commercializzati a livello internazionale, che consentivano di riprodurre 24 vini italiani Dop e Igp tra i più noti, tra cui anche vini dell’Emilia Romagna.
Ancora più incredibile ed inquietante è quanto accade in tema di mercato illegale del pomodoro di cui l’Emilia Romagna è il maggior produttore in Italia. Si legge negli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione che arrivano nel nostro Paese dalla Cina milioni di tonnellate di pomodori che diventano strumento di un’imponente opera di contraffazione ai danni del consumatore, il quale si trova sugli scaffali dei supermercati conserve e barattoli di pomodori riportanti il tricolore italiano, ma contenenti in realtà pomodori provenienti dalla Cina.
Non va poi dimenticato che il rapporto Agromafie 2015 mette in evidenza che uno dei settori maggiormente appetibili è quello della ristorazione: sono infatti almeno 5000 i locali della ristorazione che nel nostro Paese sono nelle mani della criminalità organizzata.
Il settore agroalimentare - commenta il Direttore Coldiretti Ravenna Walter Luchetta, presente ieri a Roma alla presentazione del Rapporto - è diventato negli ultimi anni sempre più appetibile a fenomeni malavitosi, anche in virtù della sua capacità di resistenza alla crisi economica. Per questo occorre non abbassare la guardia e continuare a vigilare anche a livello locale, sulla penetrazione criminale al suo interno”. E’ proprio per contribuire a questa battaglia che Coldiretti - aggiunge il Presidente provinciale Massimiliano Pederzoli - ha istituito l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, con l’obiettivo di costituire una organizzazione coordinata e capillare di controlli idonei a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità, che interessano tutto il territorio nazionale, da cui neanche la nostra provincia è indenne, quantomeno per la presenza di uno scalo commerciale di importanza internazionale quale è il porto di Ravenna.
16 Gennaio 2015
RAPPORTO AGROMAFIE 2015






