3 Ottobre 2016
SEMPRE PIU’ GRANO DALL’ESTERO AL PORTO DI RAVENNA

L’Italia è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,8 milioni di tonnellate su una superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari ma, paradossalmente, sono ben 2,3 i milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero. Il boom di importazioni – certificato anche dai dati diffusi dall’Autorità Portuale relativi alla movimentazione merci nei primi 6 mesi dell’anno nel porto di Ravenna, dove sono sbarcate 200mila tonnellate di mais in più rispetto allo stesso periodo del 2015 – si accompagna a speculazioni di mercato che si riflettono pesantemente sui compensi riconosciuti ai nostri agricoltori, oggi tornati su livelli di 30 anni fa. E così, mentre l’importazione di cereali si rivela sempre più strategica per il porto bizantino, c’è un intero comparto – che potremmo chiamare ‘granaio romagnolo’ – che rischia di sparire a causa del crollo del prezzo del grano duro destinato alla pasta, oggi praticamente dimezzato (-43 per cento). In pericolo – per via di importazioni senza freni e del deficit di trasparenza globale già denunciato dall’ex procuratore antimafia Gian Carlo Caselli durante il seminario che Coldiretti aveva organizzato a Brisighella sul tema delle agromafie – ci sono anche gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione di grano Made in Italy.
Su questo fronte, grazie alla pluriennale battaglia condotta da Coldiretti, qualcosa sembra ora finalmente cambiare. Il Governo, infatti, come annunciato dal Ministro dell’Agricoltura Maurizia Martina e dal Premier Renzi alla Giornata nazionale dell’olio extravergine di Firenze promossa da Coldiretti, sta lavorando al decreto che introdurrà l’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta. Più trasparenza nell’informazione ai consumatori, dunque, in una situazione in cui un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero senza che il consumatore lo sappia.
“Dopo il piano cerealicolo e i contratti di filiera che premiano l'origine nazionale del grano – afferma il Presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – si tratta di un passo avanti indispensabile per contrastare le speculazioni che nell’ultimo anno hanno provocato il crollo del prezzo del grano”.

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