24 Dicembre 2011
SOS AGRICOLTURA

L’articolo 13 della manovra Monti approvata dal Senato il 22 dicembre, introduce l’IMU anche su fabbricati rurali e terreni con aliquote pesanti per non dire insostenibili. Nonostante vengano fatte distinzioni di tariffa tra chi coltiva direttamente i terreni  agricoli e chi li detiene per farli lavorare ad altri oppure a fini speculativi o hobbistici, il peso   della nuova tassa  a prima vista sembra decisamente sproporzionata rispetto al reddito che si riesce a ricavare dalla attività agricola - è il commento di Massimiliano Pederzoli, Presidente di Coldiretti Ravenna- e pertanto dovrà essere presa in considerazione la necessità di poterla cambiare in corso di applicazione per renderla oltre che equa anche sostenibile.”
 
Fino ad ora - continua in una nota la Coldiretti -  i richiami al Governo Monti  sono serviti solo per “distinguere” le aliquote tra i Coltivatori veri (cioè quelli che vivono di agricoltura) dai semplici proprietari di terreni e per dare la facoltà ai Sindaci di poter dimezzare alcune tariffe previste dalla legge appena approvata.
 
“Proprio su questo aspetto, in attesa di ritornare alla carica a livello nazionale per migliorare ulteriormente il regime agricolo nella fase due della manovra, abbiamo inviato nei giorni scorsi– annuncia Pederzoli – una lettera a tutti i Sindaci della Provincia di Ravenna in cui si chiede di dare corso a tale facoltà, cioè quella di dimezzare le aliquote previste del 2 per mille sui fabbricati rurali strumentali ( cioè i capannoni per ricovero attrezzi) e del 4 per mille sui fabbricati abitativi rurali ( cioè le case rurali) nonché di ridurre quella del 7,6 per mille di tre punti sui terreni agricoli.”
 
“Una richiesta che riteniamo – conclude Pederzoli – debba essere presa in attenta considerazione da parte di tutte le Amministrazioni Comunali, tenendo conto che nonostante la crisi , l’agricoltura in questi ultimi anni, ha sostenuto delle difficoltà di mercato importanti e pur tuttavia ha continuato a produrre, dare lavoro senza ricorrere a nessuna forma di ammortizzatore sociale”.

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