11 Settembre 2010
Vendemmia 2010: AGRICOLTORI DETERMINATI A RESISTERE

Archiviata, con un deludente finale, la campagna di commercializzazione delle pesche e nettarine, che per il secondo anno consecutivo hanno registrato quotazioni inferiori ai costi di produzione, gli agricoltori della provincia di Ravenna alzano l’attenzione sulle prime schermaglie, di metà settembre, per la determinazione dei prezzi delle uve che si raccoglieranno tra dieci giorni.

“Da qualche giorno - commenta Massimiliano Pederzoli, Presidente di Coldiretti Ravenna -  è stata avviata, con una puntualità certosina, da parte dei Signori del Vino (coloro che comprano le uve e poi venderanno il vino l’anno prossimo), la solita campagna di informazione per deprimere le quotazioni delle uve in vendemmia. Non si tratta di una grossa novità, perché succede tutti gli anni: che piova o che ci sia il sole, che il raccolto sia scarso o abbondante. A costoro nulla importa di pagare le uve in base ai costi sostenuti dagli agricoltori, ma interessa solo abbassare le aspettative dei viticoltori e comprare la materia prima a basso prezzo per poi guadagnarci comodamente nell’anno successivo quando immetteranno il vino sul mercato”.

Negli ultimi dieci anni - ricorda Coldiretti – in Emilia Romagna, secondo i dati forniti dall’Osservatorio Agroalimentare, la superficie a vigneto è diminuita di oltre 8.000 ettari, passando da oltre 63.000 ettari del 2000 ai 55.000 del 2009 e la provincia di Ravenna non fa eccezione in tale andamento. La risposta che i viticoltori stanno dando a questa tendenza della filiera, ossia pagare sempre meno le uve, è quella di aumentare la produzione in proprio (2.300 aziende in Regione nel 2009 con un aumento del 43% rispetto al 2008) oppure abbattere i vigneti.

“E’ vergognoso - rincara la dose Antonio Sangiorgi, direttore di Coldiretti Ravenna – che anche quest’anno, accampando motivazioni di comodo, i soliti noti prospettino gli stessi prezzi stracciati del 2009 e prima ancora che la vendemmia sia celebrata, in grande silenzio, stiano già pensando di comprare vino dall’estero”.

Sarebbe ora, secondo Coldiretti, che Istituzioni e realtà organizzate del settore, anziché essere sorde o stare a questo perverso gioco al massacro della nostra viticoltura sia di pianura che di collina, trovassero il coraggio di dare concretamente una mano agli agricoltori, che molto probabilmente per il secondo anno consecutivo, chiuderanno il loro bilancio in rosso.

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